|  | 

Le Tre Aree Respiratorie fondamentali

Il secondo esercizio ci porta a conoscere l’esistenza delle TRE AREE RESPIRATORIE  fondamentali e cioè: la respirazione addominale o diaframmatica, la respirazione toracica o costale e la respirazione clavicolare o apicale.

L’esercizio prevede l’ascolto tattile di come si muovono le pareti muscolari delle zone corporee appena citate, un ascolto passivo che fa affiorare la reale capacità respiratoria dell’individuo.

Tale capacità si basa sulla percezione di come avviene l’espirazione e l’inspirazione.

L’ascolto del respiro addominale

permette di conoscere il funzionamento del muscolo diaframmatico, un muscolo potente che separa la cavità toracica da quella addominale e che, abbassandosi e sollevandosi, permette ai polmoni di riempirsi e di svuotarsi. Questa straordinaria struttura è circondata proprio da fasci muscolari che, arrotondandosi e appiattendosi, riempiono la base dei polmoni, aumentando così la circolazione venosa e migliorando quella arteriosa.

Viene chiamato anche secondo cuore e, proprio come il muscolo cardiaco, lavora incessantemente, ma con una sola differenza: possiamo fermarlo per qualche istante restando a polmoni vuoti, facendolo così riposare e portando ristoro indiretto anche al cuore stesso.

Attraverso la presa di coscienza del respiro addominale si incontra il mondo viscerale, la sede degli istinti e delle pulsioni profonde.

Inizia l’esercizio…

distendi il tuo corpo a terra, su un tappeto morbido e caldo.

Sei in posizione supina, con la testa possibilmente posata su un cuscino e le gambe ripiegate ad “M”, per permettere alla muscolatura della schiena di restare rilassata.

Ora… appoggia il palmo delle tue mani sul centro dell’addome, tenendo le mani separate e non sovrapposte.

Lascia il tuo respiro spontaneo e lascia l’addome rilassato. Resta in una osservazione passiva e in una semplice esperienza tattile. Stai iniziando a conoscere la tua respirazione addominale.

Prova a sentire se durante la tua inspirazione spontanea la muscolatura dell’addome si solleva.

Prova a percepire se durante la tua espirazione spontanea la stessa muscolatura si abbassa.

Potresti anche non avvertire tale movimento.

Prendi allora consapevolezza che il tuo addome non si muove, ma resta ancora con le mani appoggiate, in paziente attesa, con la fiducia di ascoltare la voce del respiro diaframmatico.

Piano piano puoi incominciare a sentire che:

inspirando, avviene una dolce espansione dei muscoli addominali e che

espirando, avviene una ritrazione spontanea degli stessi muscoli.

Continua a respirare spontaneamente con l’addome, senza mai forzare, lasciando che il ritmo rimanga invariato.

Senti l’addome che sale e scende.

Lascia così che avvenga un profondo massaggio nel tessuto intestinale. Lascia che vengano tonificati gli altri organi circostanti come il fegato, la milza, il pancreas e lo stomaco.

Se senti un particolare gorgoglio, non frenare il rumore del corpo, perché sono semplicemente i movimenti peristaltici del tubo digerente, che si sta rilassando.

Senti che stai incontrando il tuo mondo viscerale, il mondo istintuale, il mondo delle tue pulsioni profonde.

Riconoscile e accettale, perché ti appartengono, sono tue.

Resta così, ancora per qualche minuto.

L’ascolto del respiro addominale si conclude.

Togli le mani dalla superficie dell’addome e appoggiale a terra, vicino al corpo.

Se ne avverti la necessità stiracchiati o sbadiglia.

L’ascolto del respiro toracico

permette di sentire come lavorano le muscolature costali.

Si percepisce così l’aria che affluisce nei polmoni in quantità notevole, anche se con minore facilità.

A questo livello si riesce ad individuare la qualità del rapporto che esiste tra noi e il mondo esterno, il tipo di dialogo con il mondo degli affetti e delle relazioni sociali.

Inizia l’esercizio…

Prendi la decisione di cambiare la postura. Dalla posizione supina portati in una comoda posizione seduta.

Preparati ora a vivere una seconda esperienza tattile.

Pertanto appoggia il palmo delle tue mani ai lati del torace, lascia il respiro spontaneo, e prova a percepire se:

  • inspirando, la muscolatura del torace si espande;
  • espirando, la muscolatura del torace si ritrae gradualmente.

Potresti anche non sentire il movimento costale. Rimani ugualmente con le mani posate, con l’attitudine fiduciosa di sentire emergere piano piano il respiro all’altezza del tuo torace.

Se, viceversa, stai sperimentando fisicamente questa respirazione, prova a verificarne il percorso orizzontale.

Cerca di percepire come l’aria affluisce nei polmoni con minore facilità, rispetto alla respirazione precedente, ma in quantità notevole.

Ma continua a sentire che:

  • con l’inspiro, la muscolatura del torace si espande;
  • con l’espiro, la muscolatura toracica si ritrae.

Continua così ancora per un po’ di minuti, lasciando che questo respiro possa massaggiare indirettamente il cuore e la parte centrale dei polmoni.

Lascia che questa fase respiratoria ti permetta di riconoscere la qualità del tuo dialogo con il mondo esterno, con il mondo degli affetti e delle relazioni sociali.

Continua a sentire il tuo respiro mediano e lascia che, nel frattempo, emerga il mondo delle tue emozioni e degli stati d’animo.

Riconosciti in questa espressione, accetta questo tuo aspetto personale e, se necessario, recupera i tuoi equilibri.

Recupera tutte le informazioni e prendi la decisione di concludere l’ascolto.

Rilassa il corpo per qualche minuto, e poi preparati a vivere la percezione del respiro clavicolare o apicale.

L’ascolto del respiro clavicolare

L’ascolto del respiro clavicolare, della parte alta dei polmoni, ci porta a sentire come lavorano i muscoli che ricoprono le clavicole e la base del collo.

Questo modo di respirare lo si ritrova spesso presente nel mondo femminile, per l’esperienza della gestazione ad esempio, ma è altrettanto visibile nelle persone depresse e molto ansiose.

La percezione di come respiriamo in tale zona ci porta ad incontrare il mondo del mentale, il mondo della fluttuazione incessante dei pensieri, il mondo della ragione e delle capacità decisionali coscienti.

Il sentire che tipo di rapporto esiste tra noi e la sfera razionale può servire per conoscerci meglio.

Inizia l’esercizio…

Rendi la tua posizione seduta ancora più comoda, appoggiando la schiena ad una parete, possibilmente non fredda.

Posa la punta delle dita delle mani sulle clavicole, e orienta i gomiti verso l’esterno. Ferma così il posizionamento, lascia il respiro spontaneo e resta in ascolto.

Cerca di percepire se:

  • inspirando, la muscolatura che ricopre le clavicole si solleva verso l’alto;
  • espirando, la stessa muscolatura scende verso il basso.

Continua a indagare il tuo respiro clavicolare ancora per qualche minuto.

Osserverai che ora il flusso dell’aria, in entrata e in uscita, risulta minore di quello avvertito durante l’analisi del respiro toracico, ma utile per la stimolazione degli apici polmonari, che non sempre vengono sufficientemente ossigenati.

Raccogli tutte le informazioni attraverso le tue mani. Se le braccia si stancano in questa posizione, avvicinale al busto, sempre tenendo le dita posate sulle clavicole.

Lascia così che il respiro alto ti aiuti a incontrare il mondo del mentale, la fluttuazione incessante dei pensieri, il mondo della ragione e delle capacità decisionali coscienti.

Prova così a percepire la qualità del tuo rapporto con questa dimensione esistenziale.

Ora preparati a terminate anche questa ultima esperienza respiratoria.

Togli via l’appoggio delle mani sulle clavicole e porta il corpo disteso sul tappeto, per qualche minuto di relax.

L’ascolto passivo delle tre fasi respiratorie ti ha permesso di capire a che punto sei nel cammino di crescita.

Avrai certamente avvertito la presenza di un movimento muscolare sull’addome, sul torace e sulle clavicole. Nel caso di assenza di movimento o di un movimento appena percettibile, ti sarai probabilmente chiesto quale poteva essere una possibile causa.

Sono convinta che sei stato in grado di darti delle risposte, o almeno hai provato ad avanzare delle ipotesi sul tuo modo di vivere, su ciò che va bene nel tuo quotidiano, e su ciò che deve essere cambiato.

La presa di consapevolezza di come respiri, però, non deve essere un motivo per esprimere giudizi nei tuoi confronti, ma una libera capacità di scegliere la qualità della tua vita.