Studi scientifici sullo Yoga Nidra
Dopo l’introduzione allo Yoga Nidra che ho pubblicato in questo sito poco tempo fa, ecco ora due articoli che descrivono le ricerche scientifiche che in questi anni si sono sviluppate intorno a questa tecnica di rilassamento vigile. I risultati ottenuti sono estremamente interessanti e vanno a supportare completamente quello che gli antichi Maestri hanno detto da sempre.
“Quando la consapevolezza è separata e distinta dall’attività mentale,
quando la veglia, il sogno e il sonno profondo passano come nuvole,
ma la consapevolezza del Sé rimane,
questa è l’esperienza del rilassamento totale…Per questo motivo, nel tantra
yoga nidra si dice che sia la porta d’accesso al Sama-dhi”. –
Swami Satyananda
Lo Yoga Nidra, noto anche come “sonno yogico”, è una forma semplificata di un’antica tecnica tantrica di rilassamento.
L’essenza della filosofia tantrica è il riconoscimento di un principio di energia da cui tutto deriva e a cui tutto deve fare ritorno: la Śakti.
La Śakti è l’energia universale dalla quale ogni forma fisica è manifestata, ogni forma di vita originata, ogni operazione mentale sostenuta. Tale energia è la forza esecutrice dello spirito supremo, la Madre cosmica, è il principio femminile che sta al centro di questa filosofia. Questo principio di energia è altresì un principio di coscienza (Cit). La Śakti è l’infinito potere della coscienza universale latente nelle profondità umane, in ogni cellula del corpo dell’uomo. Vi sono punti del corpo, i Chakra, in cui risiede questa energia, questa forza, che è la stessa Coscienza universale: trovare la Coscienza universale nelle profondità dell’Uomo, risvegliarla nel suo corpo, è l’obiettivo dello Yoga Nidra e dello Yoga in generale.
La descrizione più generale di questa pratica è che combina l’immaginazione mentale, guidata da un’insegnante qualificato, con una specifica posizione yoga chiamata Shavasana (o “posizione del cadavere”, la posizione supina).
L’obiettivo dello Yoga Nidra è quello di promuovere un profondo stato di rilassamento, che si differenzia dal sonno, in quanto è ancora presente la consapevolezza di ciò che ci circonda. Sebbene alcune componenti di questa pratica siano note fin dall’antichità, solo negli anni Sessanta è stato introdotto al pubblico un sistema di pratica aggiornato e sistematizzato grazie agli scritti di Swami Satyananda Saraswati.
L’obiettivo dello Yoga Nidra è il completo rilassamento, è adatto a tutti gli individui adulti, dai principianti ai praticanti avanzati di yoga.
Oggi si dimostra finalmente che lo Yoga Nidra è un efficace strumento di gestione dello stress e un mezzo per raggiungere una maggiore ricettività nei confronti dei propositi personali.
Questi studi clinici hanno dimostrato che lo Yoga Nidra induce cambiamenti fisiologici positivi, tra cui un forte aumento nel rilascio di dopamina endogena nel flusso sanguigno cerebrale, a ulteriore conferma che i suoi effetti sul Sistema Nervoso Centrale sono oggettivamente misurabili.
È stato inoltre constatato il beneficio di questa tecnica nel supporto all’ansia e alla depressione, anche se i parametri di valutazione sono stati testati solo per le forme lievi.
Il primo studio, di cui desidero portare a vostra conoscenza i risultati interessantissimi, è quello realizzato presso la Scandinavian Yoga Meditation School in collaborazione con lo State University Hospital di Copenhagen.
Ho ritenuto importante utilizzare parti integrali dello studio per rispetto ai ricercatori e per la chiarezza dell’esposizione.
I ricercatori sono riusciti per la prima volta a fotografare il cervello durante un rilassamento meditativo profondo, con un tempo di scansione di appena un minuto per immagine. Le immagini sono state scattate da uno dei più avanzati strumenti di ricerca medica, lo scanner PET (tomografia a emissione di positroni)1, presso lo State University Hospital di Copenhagen. I promotori sono stati i ricercatori Hans Lou e Troels Kjær dell’Istituto Kennedy di Copenhagen. (Studio pubblicato nel 1999).
Con la Scuola Scandinava di Yoga e Meditazione avevano già collaborato con alcuni ricercatori, che hanno esaminato gli effetti degli esercizi di respirazione dello yoga sulla pressione sanguigna. Hanno anche misurato i partecipanti per sei anni consecutivi, presso l’Haa Retreat Center, per determinare gli effetti del Ritiro di Tre Mesi sul livello di colesterolo nel sangue, sull’equilibrio ormonale del corpo e sull’equilibrio tra le due metà del cervello, ma misurare effettivamente la coscienza e il funzionamento del cervello attraverso il controllo cosciente della consapevolezza è stata una grande novità. (studi effettuati intorno al 2004).
Dovendo utilizzare uno scanner PET dove la persona è sdraiata ed immobile, lo Yoga Nidra è risultata la tecnica più idonea per questa ricerca. Per uniformare i test, a tutti i partecipanti si è fatto praticare lo Yoga Nidra con la guida del CD Experience Yoga Nidra, guidato da Swami Janakananda.
Per brevità espositiva non mi soffermerò a descrivere tutto il processo di misurazione effettuato sui soggetti interessati.
Passo subito ai risultati che sono emersi da tutto lo studio:
Aumento della produzione di dopamina2, fino al 65%,
Le misurazioni dell’attività cerebrale (EEG) hanno indicato che i soggetti erano in uno stato di profondo rilassamento, simile a quello del sonno, durante l’intero Yoga Nidra. L’attività theta è aumentata significativamente (11%) su tutti i ventuno elettrodi. La riduzione dell’attività alfa (2%) è stata insignificante, dimostrando che questo stato meditativo è completamente diverso da quello del sonno e comprende la consapevolezza cosciente. Inoltre, lo stato è costantemente e uniformemente distribuito su tutto il cervello per i quarantacinque minuti in cui è durato il rilassamento.
La ricerca è durata un’ora e mezza per ogni partecipante. Durante questo periodo, la persona è rimasta completamente immobile nella stessa posizione. Confrontando lo stato precedente e successivo allo Yoga Nidra – in cui si sta semplicemente sdraiati e si riposa – con lo stato durante lo Yoga Nidra, le misurazioni hanno mostrato una differenza significativa tra i due stati. Ciò conferma l’importanza di utilizzare una tecnica precisa e rigorosa se si vogliono ottenere risultati come quelli descritti.
Le immagini dello scanner PET mostrano che i soggetti non erano in uno stato di sonnolenza o di incoscienza durante il rilassamento, come ci si aspetterebbe da una persona in uno stato così profondo. I partecipanti sono rimasti notevolmente consapevoli di ciò che stava accadendo. È chiaramente visibile l’attivazione sequenziale di specifiche regioni del cervello, a seconda della fase in cui si trovava il soggetto nello percorso dello Yoga Nidra.
Ciò che accade nel cervello durante lo Yoga Nidra, o dove accade, non è una questione casuale.
Un aspetto che può sembrare paradossale per chi non ha esperienza di meditazione è il fatto che questi risultati chiari, che rivelano un alto grado di concentrazione, si ottengono completamente senza sforzo. Mentre siete sdraiati nello Yoga Nidra, non state cercando di forzare le varie cose che sperimentate. Al contrario, come mostra l’EEG, si è completamente rilassati dall’inizio alla fine. Si ascoltano semplicemente le istruzioni e si sperimenta chiaramente ciò che accade, come un bambino che ascolta una fiaba – partecipando attivamente, ma senza sforzo.
Conclusioni
La coscienza durante lo Yoga Nidra si trova in uno stato molto profondo e stabile.
Le misurazioni dimostrano, per la prima volta, che si può essere completamente consapevoli in uno stato così profondo – che si può sperimentare e controllare simultaneamente l’attività del cervello.
Questo conferma che la meditazione è il quarto stato principale, pari al sogno, al sonno e alla veglia.
I risultati possono quindi essere considerati una notizia molto importante in questo campo di ricerca.
1. Riposo

Questa immagine si basa sui dati raccolti prima e dopo lo Yoga Nidra. Illustra lo stato più vicino alla normale coscienza di veglia, senza però essere uno stato di stanchezza o di stress. Coloro che fanno uso dello Yoga Nidra notano che non solo traggono beneficio dal profondo rilassamento durante la pratica, ma che questo ha un effetto decisamente benefico sulla parte restante della giornata.
In questo quadro, è la parte frontale del cervello, responsabile della gestione complessiva, a essere attiva. Una delle sue capacità è quella di garantire il funzionamento di una società complessa, poiché elabora i segnali provenienti dalle regioni emotive e istintive più profonde del cervello.
Anche il tronco encefalico e il cervelletto sono attivi e indicano che si è “pronti all’azione”.
2. Meditazione

Questa immagine mostra lo stato generale durante l’intero Yoga Nidra. Il centro visivo nella parte posteriore della testa e il centro somatosensoriale nella parte superiore della testa (per il senso del tatto e della posizione del corpo) sono attivi e sono in contatto con il sistema limbico. Ciò implica una maggiore capacità di visualizzazione e, soprattutto, un migliore contatto con le emozioni.
Alcuni insegnanti presentavano anche una spiccata attività nel centro della memoria a lungo termine, il che è coerente con le testimonianze di persone che meditano, secondo cui durante o dopo una meditazione possono comparire ricordi molto lucidi.
3. Situazione finale
Questo quadro è stato creato sulla base delle misurazioni effettuate durante la sensazione di felicità e alla fine del rilassamento durante l’esperienza di identità, di centratura. Durante queste “esperienze astratte” nello Yoga Nidra, il centro della parola e del linguaggio era particolarmente attivo.
Va detto, tuttavia, che questa e la successiva immagine mostrano solo le aree in cui si verifica l’attività maggiore, e non l’attività generale di tutto il cervello, come invece è mostrato nell’immagine 2.
4. Evidenze solide

Erano soprattutto i centri visivi e tattili a essere attivi quando i soggetti attraversavano le diverse parti del corpo (soprattutto il viso) e anche quando vivevano una piacevole giornata estiva in campagna.
Quando si osservano queste immagini (1, 2 e 4) bisogna tenere presente che le aree luminose si trovano all’interno del cervello e non solo sulla superficie della corteccia cerebrale. Nell’immagine numero 3, invece, l’attività è nella corteccia. Tutte le aree attive erano sostanzialmente uguali, cioè simmetriche, in entrambe le metà del cervello.
- Le immagini del cervello sono state scattate con uno scanner PET (Tomografia a Emissione di Positroni), che misura il flusso di sangue attraverso le diverse parti del cervello. Ciò avviene iniettando acqua con una debole traccia radioattiva nel flusso sanguigno.Tomografia deriva dalla parola greca tomos, che significa sezione. Nello scanner PET, vengono registrate numerose sezioni del cervello di 4,25 mm di spessore, fornendo un’immagine tridimensionale dell’attività cerebrale.Quando una parte del cervello è particolarmente attiva, il flusso di sangue aumenta e, confrontando diverse immagini, è possibile vedere dove l’attività cerebrale aumenta in determinate condizioni.
- Associata al piacere e al meccanismo della ricompensa, la dopamina è un neurotrasmettitore, un messaggero chimico dei neuroni. Questa molecola è coinvolta in moltissime funzioni: dall’umore al processo decisionale, dal movimento ai disturbi psichiatrici.La produzione di dopamina avviene nei neuroni di un’area specifica del cervello nota come mesencefalo – a livello dei nuclei della base – e, in misura minore, nelle ghiandole surrenali (o surreni). Dalla dopamina si ricavano altri due neurotrasmettitori della famiglia delle catecolamine: la norepinefrina(o noradrenalina) e l’epinefrina (o adrenalina): gli ormoni che, semplificando, aumentano la loro concentrazione in situazioni di pericolo e stress.
Nota: per chi volesse leggere lo studio integrale in lingua inglese può consultare il sito:https://www.yogameditation.com/reading-room/pictures-of-the-br